Biennale Architettura Venezia 2023: Il laboratorio del futuro

Kwaeε - David Adjaye

« In primo luogo, l'Africa è il laboratorio del futuro.

Siamo il continente più giovane del mondo, con un'età media pari alla metà di quella dell'Europa e degli Stati Uniti, e dieci anni in meno dell'Asia.

Siamo il continente che si sta urbanizzando più rapidamente al mondo, con una crescita di quasi il 4% all'anno.

Questa crescita rapida e in gran parte non pianificata avviene generalmente a spese dell'ambiente e degli ecosistemi locali, il che significa che stiamo affrontando il cambiamento climatico a livello sia regionale che globale.

Ma la speranza è una moneta potente.


Padiglione sudafricano La visione di una società moderna, diversificata e inclusiva è seducente e convincente, ma finché rimane un'immagine, non è altro che un miraggio.

Ci vuole più di una rappresentazione e gli architetti hanno sempre svolto un ruolo chiave nel tradurre le immagini in realtà.

In secondo luogo, la Biennale di Venezia stessa è anche una sorta di laboratorio del futuro, uno spazio e un tempo in cui si specula sulla rilevanza della disciplina per questo mondo - e per quello a venire.

Oggi la parola "laboratorio" è più generalmente associata alla sperimentazione scientifica ed evoca immagini di un tipo specifico di stanza o edificio.


AD-WO, Ghebbi Ma l'esame di Richard Sennett della parola « atelier », da cui deriva la parola « laboratoire », approfondisce il concetto di collaborazione in modo diverso.

Nel mondo antico, in Cina come in Grecia, l'officina era l'istituzione più importante per radicare la vita civile.

Noi vediamo la nostra mostra come una sorta di officina, un laboratorio in cui architetti e professionisti di un'ampia gamma di discipline creative traggono esempi dalle loro pratiche contemporanee che indicano al pubblico, ai partecipanti e ai visitatori, la strada da percorrere per immaginare da soli cosa ci riserverà il futuro. »
Lesley Lokko

Arabia Saudita

« Lesley dimostra determinazione e coraggio utilizzando due parole usurate ma insostituibili, « laboratorio e futuro », nel suo titolo per restituire il loro pieno significato.

Capirete quanto il suo approccio assomigli a una proposta di patto tra i visitatori della Biennale, il mondo dell'architettura e la cultura in generale.

Il tutto con l'obiettivo di parlare al mondo intero, ed è questa la vera ragione per cui un curatore si assume la responsabilità di organizzare una mostra internazionale della Biennale.
Roberto Cicutto