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Il Chiostro di Santo Stefano a Venezia
Dal 1264 al 1274, gli eremiti dell'Ordine di Sant'Agostino acquistarono alcune case nella parrocchia di S. Angelo per costruire un chiostro e una chiesa che vollero dedicare a Santo Stefano, il primo martire cristiano.La prima pietra fu posta nel 1294 e la chiesa di Santo Stefano fu completata nel 1325
Doge Andrea Contarini è sepolto qui
Una delle particolarità di questo chiostro è la presenza del sarcofago di un famoso Doge.È infatti nel chiostro di Santo Stefano che fu sepolto il Doge Andrea Contarini, morto il 6 giugno 1382
Il suo sarcofago è piuttosto semplice, il che, sommato all'insolita collocazione, dimostra una forma di umiltà che pochi altri Dogi ebbero, preferendo essere sepolti in luoghi più nobili e con sepolture generalmente grandiose.
Eppure Andrea Contarini fu un quasi eroe, perché fu lui a tenere testa a Genova nella fase più pericolosa della storia della Repubblica, quando la rivale Venezia aveva preso la vicina Isole di Chioggia.
L'unità dei veneziani di fronte agli aggressori genovesi permise alla Serenissima di vincere la guerra.
Il sarcofago di Andrea Contarini, ripulito dallo sporco che lo ricopriva qualche anno fa, ha rivelato dorature e pitture policrome.
In particolare, il volto e le mani del Doge Andrea Contarini scolpiti sul sarcofago erano perfettamente conservati.
Francesco Novello de Carrara e Giovanni Soranzo
In questo chiostro sono sepolti altri personaggi famosi, tra cui Francesco Novello de Carrara, ultimo signore di Padova.Fu inizialmente alleato della Repubblica prima di decidere di diventarne nemico, cosa che pagò con la vita, così come gli altri due suoi figli, Jacopo e Francesco III.
Il 17 gennaio 1405 furono strangolati in prigione.
Alla parete è appeso anche il sarcofago di Giovanni Soranzo (1378).
Anche lo scultore Tullio Lombardo fu sepolto qui per sua volontà.
Un tempo il chiostro fungeva anche da laboratorio per Antonio Canova, che qui scolpì il suo “Orfeo” in pietra tenera.
Al chiostro si accede dal lato sinistro del Ponte dei Frati, che si affaccia su Campo San Anzolo.
Qui si può ammirare una magnifica lunetta del tabernacolo con una scultura di Sant'Agostino circondato dai suoi monaci.
Questa scultura è interessante perché ha conservato gran parte della sua pittura policroma originale.
Questa opera padovana del XV secolo è attribuita a Bellano
« Continuiamo la nostra passeggiata a zig-zag; superiamo un ponte quattrocentesco dove Sant'Agostino, circondato dai suoi discepoli, campeggia su un bassorilievo colorato, e ci troviamo in un grande chiostro sorretto da colonne ioniche.
La luna gioca sul cortile e illumina con i suoi raggi pallidi le figure affrescate sulle pareti; sembrano emergere dalla morte e dalla rovina che le ha travolte tutte, quelle belle teste energiche che il Pordenone ha creato in un giorno ispirato.
Percorriamo il chiostro silenzioso; la notte gli conferisce proporzioni immense; qua e là, secondo i flussi di luce riversati dalla luna, le sue prospettive si dispiegano e sembrano estendersi nelle infinite distanze del buio.
Questo chiostro è il chiostro di Santo Stefano, che comunica con l'omonima chiesa attraverso una porta sormontata da una tomba;
Louise Colet - L'Italia degli italiani 1862
Gli affreschi del Pordenone e la minaccia di morte di Tiziano
Questo chiostro fu decorato da affreschi di Giovanni Antonio Sacchi, detto il PordenoneAlcuni di questi affreschi sono stati restaurati e sono ora visibili nel museo del palazzo Ca' d'Oro a Venezia.
Gli affreschi del Pordenone raffiguravano scene dell'Antico e del Nuovo Testamento, come si può vedere in questo a sinistra, che mostra Adamo ed Eva cacciati dal Paradiso.
Si dice che durante la realizzazione di questi affreschi, Tiziano, un rivale molto aggressivo del Pordenone, lo minacciò di morte.
Si dice infatti che il Pordenone abbia eseguito gli affreschi “con una spada al fianco e uno scudo pronto” Affascinante, vero?
Questa storia è ripresa di seguito da William Howels:
« Ogni giorno avevamo l'abitudine di attraversare la corte di giustizia del vecchio convento agostiniano che confina con la chiesa di San Stefano.
I monaci sono stati da tempo cacciati dal loro accogliente nido; il convento è ora sede del Corpo degli Ingegneri austriaci e il colonnato che circonda la corte di giustizia è diventato un'importante arteria pubblica.
Su una parete di questa corte di giustizia si trovano i resti degli affreschi realizzati dal Pordenone nel periodo della sua più accesa rivalità con Tiziano.
Si dice che il Pordenone, mentre lavorava alle scene di storia biblica qui rappresentate, portasse con sé la spada e lo scudo per respingere un attacco fisico che temeva potesse venire dal suo rivale.
La storia è molto vaga e l'ho raccolta da varie autorità, solo per scoprire che diventa sempre più impalpabile e incerta.
Ma ha dato un sapore singolare alla nostra passeggiata quotidiana nell'antico chiostro e ho aggiunto, per mio piacere e soprattutto per mia immaginazione, che la rivalità tra i pittori era in parte una gelosia d'amore e che l'oggetto conteso della loro passione era la Bella Violante, la figlia di Palma il maggiore, che si può ammirare in tante Pittura del padre e del suo amante, Tiziano.
Senza dubbio ci saranno lettori che saranno meno preoccupati da questa mia pigrizia che dal fatto che il duro monaco tedesco Martin Lutero visitò una volta l'adiacente chiesa di Santo Stefano e soggiornò nel convento. »
William Howels - Vita veneziana
Il chiostro è oggi occupato dall'ufficio delle imposte ma se si sa essere discreti, si può entrare senza problemi.
Gli orari di apertura sono quelli dell'Ufficio delle imposte:
Lunedì: dalle 8:45 alle 12:45, chiuso nel pomeriggio
Martedì: dalle 8.45 alle 12.45 del mattino e dalle 14.45 alle 16.45 del pomeriggio
Mercoledì: dalle 8.45 alle 12.45 del mattino e dalle 14.45 alle 16.45 del pomeriggio.
Giovedì: dalle 8:45 alle 12:45 al mattino e dalle 14:45 alle 16:45 nel pomeriggio.
Venerdì: dalle 8:45 alle 12:45, chiuso nel pomeriggio.
Chiuso sabato e domenica
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