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La Regata Storica di Venezia
Data della Regata Storica 2025
La prossima Regata Storica di Venezia si terrà il 7 settembre 2025.Programma della Regata Storica 2025
Ore 16.00: Parata storica e sportiva
Sfilata lungo il Canal Grande di barche storiche con personaggi in costume, gondole e barche tradizionali delle associazioni della Voga alla Veneta.
Itinerario: Bacino di San Marco, Canal Grande, Rialto, Stazione ferroviaria e ritorno lungo il Canal Grande fino a Ca' Foscari.
Ore 16.30: Regata sulle Mascarete con due vogatori della Maciarele e della Schie.
Categorie: Maciarele Senior (fino a 14 anni). Itinerario: da Punta della Dogana a Ca' Foscari, Schie (fino a 10 anni). Itinerario: da Rialto a Ca' Foscari, Maciarele Junior (fino a 12 anni). Itinerario: da San Stae a Ca' Foscari.
Per le ore 16.50: regata dei Giovannissimi su Pupparini con due vogatori.
Itinerario: Bacino di San Marco, Canal Grande, visita al palazzo di Ca' Farsetti e arrivo a Ca' Foscari.
5.10: Regata delle Caorline con sei vogatori.
Itinerario: Bacino di San Marco, Canal Grande, Rialto, giro del Paleto a San Marcuola, ritorno lungo il Canal Grande e arrivo a Ca' Foscari.
Internazionale di Voga delle Università su galeoni a 8 remi tra gli equipaggi delle Università Ca' Foscari/IUAV di Venezia e gli equipaggi delle altre Università. Dopo il passaggio delle Caorline (3°/4° posto) e dopo il passaggio dei Gondolini (finale): Percorso: da Rialto a Ca' Foscari.
17:40: Regata femminile su Mascarete con due vogatori.
Itinerario: Bacino di San Marco, Canal Grande, Rialto, giro del Paleto a San Marcuola, ritorno attraverso il Canal Grande e arrivo a Ca' Foscari.
18.10: Regata di gondolini con due vogatori.
Itinerario: Bacino di San Marco, Canal Grande, Rialto, giro del Paleto a San Marcuola, ritorno lungo il Canal Grande e arrivo a Ca' Foscari.
La Regata Storica è senza dubbio uno degli eventi annuali più popolari di Venezia, sia per i turisti che per i veneziani stessi, che si preparano con molte settimane di anticipo, seguendo febbrilmente le manche fino al grande giorno, la prima domenica di settembre di ogni anno.
Il giorno della Regata storica è infatti quello della "finale", dove sono presenti solo i migliori vogatori di ogni categoria.
Venezia ha inventato la regata, simbolo perfetto del suo status di città costruita sull'acqua.
E, come per la parola “Arsenale”, anch'essa nata a Venezia e adottata da decine di Paesi, la parola veneziana “Regata” ha riscosso lo stesso successo internazionale: in francese (régate), in inglese (regatta), in tedesco (regatta) o anche in spagnolo (regata).
L'origine della parola "regata" è tuttavia incerta.
Secondo Guiseppe Tassini (Curiosita Veneziane presso Edizioni Filippi), la parola regata deriverebbe da “riga”, la linea. Alla partenza, le barche erano allineate dietro una corda, lo “spagheto”, che veniva poi rilasciata in acqua per far passare le barche.
La parola “riga” fa quindi pensare alla fila di barche. Tanto più che la parola italiana per riga è anche riga.
Giuseppe Tassini suggerisce anche l'origine della parola auriga, parola di origine romana e che corrisponde in francese alla parola Aurige, il conducente di carri” nell'antica Grecia e Roma, tra cui il famoso Aurige di Delfi.
Ma quest'ultima spiegazione è considerata dallo stesso Tassini la meno probabile.
Infine, dovete sapere che in italiano “rigare” significa solcare.
E poiché i veneziani hanno l'abitudine di condensare, modificare, accomodare le parole al proprio sugo, (ad esempio la chiesa di San Giovanni e Paolo è diventata per i veneziani: Zanipolo!) è quindi del tutto possibile che “regata” possa anche essere, a nostro avviso, un condensato di riga e rigata
Questa, del resto, è anche la tesi adottata da Giustina Renier-Michiel, autrice del libro “Origine delle Feste Veneziane” che afferma che all'origine della “ sfida”, della prima regata, il Governo della Repubblica aveva deciso di far partire le barche in linea (in “riga”) e che proprio da qui ebbe origine la parola “Regata”.
La motivazione che spinse il governo veneziano a ufficializzare le prime regate fu che le considerava un ottimo modo per allenare e mantenere le capacità dei suoi vogatori.
Non dimentichiamo che all'epoca, nel XIII secolo, la marina commerciale e militare veneziana era più a remi che a vela, anche se venivano utilizzate anche le vele, non ancora perfezionate.
Il vantaggio di utilizzare galee o imbarcazioni con vele e rematori era anche quello di poter ingaggiare combattimenti o semplicemente continuare la rotta anche quando il vento veniva a mancare.
Trasformare l'addestramento militare in un “gioco”, una sfida, è in effetti molto simile ai tornei cavallereschi che esistevano nella maggior parte degli altri Paesi europei.
Era anche un modo intelligente per incanalare energie a volte straripanti, che potevano trovare sfogo nelle regate in tempo di pace!
La Regata Storica: le Olimpiadi di Venezia e i fasti di un tempo
L'altro grande successo delle regate veneziane fu che si rivolgevano tanto alle classi più basse della popolazione quanto ai nobili stessi.Una sorta di gioco circense, le Olimpiadi marittime veneziane, le regate divennero rapidamente uno dei principali eventi della vita veneziana.
E tale fu il loro successo che alle regate dette « sfida » cominciarono ad aggiungersi quelle dette « parata », per celebrare un evento eccezionale o anche per dare il benvenuto a un ospite illustre, come la regata a cui partecipò Enri III, re di Francia, nel 1574.
E anche queste prime regate da parata, preludio dell'odierna Regata Storica, mescolando intelligentemente sfarzo e giostre sportive, ebbero un enorme successo, un successo che continua ancora oggi, nove secoli dopo!
Ecco, oltre a quella del Re Enrico III, alcune altre Regate ufficiali che furono organizzate dalla Repubblica di Venezia per onorare i suoi illustri visitatori:
- Nel 1451, in onore dell'imperatore Federico III,
- Nel 1493, in onore di Beatrice d'Este, moglie del Duca di Milano, Lodovico Sforza,
- Nel 1686, per il Duca di Brunswick, Ernesto Augusto,
- Nel 1740, per Frédéric Chrétien, figlio di Frédéric Auguste III, re di Polonia e elettore di Sassonia,
- Nel 1764 per Edward Augustus, Duca di York,
- Nel 1775 per onorare l'imperatore Giuseppe II e suo fratello arciduca,
- Nel 1782 (Napoleone Bonaparte aveva posto fine a tutto questo nel 1797... ) per l'imperatore Paolo di Russia, figlio della Tsarina Caterina di Russia, e sua moglie, Marie Sophie Dorothée, principessa del Württemberg, che si erano recati a Venezia con il nome di "Contes du Nord".
Ma l'aspetto sportivo non passò in secondo piano e non solo le imbarcazioni originali, che potevano avere dai 30 ai 50 vogatori (dato che lo scopo originario era quello di allenare i vogatori per la Repubblica), furono sostituite da imbarcazioni più piccole, ma questo permise anche di creare diverse competizioni distinte all'interno di ogni regata, aggiungendo pepe alle gare.
Gli equipaggi femminili compaiono fin dal 1493, quando fu disputata la prima regata femminile.
Un'ulteriore prova della natura molto aperta della società veneziana già allora.
La caduta della Repubblica nel 1797, seguita dall'occupazione austriaca, pose fine alle regate ufficiali per diversi anni, ma esse ripresero, su richiesta del Comune di Venezia e con il consenso degli occupanti austriaci, nel 1825.
La Regata Storica, a cui si può assistere ogni anno, è molto più di una semplice sfilata di barche e regate, è un vero e proprio ricordo della gloria passata di Venezia e il principale evento sportivo dell'anno per i veneziani.
È stato commovente e divertente sentire domenica scorsa i vecchi veneziani gridare appassionatamente "Il Doge! Il Doge! Viva Il Doge!" al passaggio della gondola ufficiale, in cui un superbo Doge barbuto, accompagnato dalla regina di Cipro, Catarina Corner, ha fatto rivivere la Serenissima, come se fosse ancora tutto molto vivo.
E se la Regata Storica ha ancora tanto successo, è perché nell'anima di ogni veneziano vive quello splendido passato, quell'orgoglio di essere veneziano, di essere stato uno dei Paesi più potenti del mondo per diversi secoli.
Un'intera nazione canta e grida "Forza! Forza!" ai vogatori per incoraggiarli, un intero popolo che si identifica ancora totalmente con la propria città, con il proprio entusiasmo e il proprio amore per il bel gioco.
La Regata Storica di Venezia: festa popolare e vocabolario
Questo fervore, popolare e condiviso da tutti i patrizi, non è solo appannaggio dei membri più anziani della famiglia: basta guardare le competizioni per i più giovani, comprese le barche per gli under 14, per capire che la fiaccola è ancora tenuta alta: qui si rema « per sempre »e per molto tempo ancora.Perché questa è la grande particolarità di questa Regata Storica, che non potrete vedere in nessun'altra parte del mondo, qui si rema davvero in piedi, e per far avanzare la barca si « spinge » sul remo invece di « tirare », come nel canottaggio per esempio.
Infatti, tutto il corpo viene messo al lavoro, gambe, braccia, schiena... e i vogatori si ritrovano praticamente sdraiati sui remi alla fine del movimento.
Questa "voga alla veneziana", che si adatta particolarmente bene agli stretti canali della città e che permette di usare un solo remo per gli stessi motivi, è particolarmente sportiva e domenica bastava vedere la fatica sui volti per capire quanto sia faticoso questo sport e apprezzare l'alto livello di questi atleti.
Il percorso della Regata Storica di Venezia
La gara inizia proprio all'estremità di Castello, nei Giardini Napoleone, dove si svolge la Biennale.Da lì i concorrenti risalgono il Canal Grande, fino a poco prima di Rialto per i più giovani, dove tornano indietro e tagliano il traguardo a Ca' Foscari, poco prima del Ponte dell'Accademia.
Le donne, in gara sulle mascarete a due remi, tornano indietro alla chiesa di San Marcuola.
Le altre gare maschili, le Caorline a sei remi e i Gondolini a due remi, che partono anch'esse dai Giardini Napoleone, tornano indietro alla stazione di Santa Lucia per poi tagliare il traguardo a Ca' Foscari.
Vocabolario: partenza, giro e traguardo
Alla partenza, la cui tecnica è rimasta invariata fin dalle origini della Regata Storica nel XIII secolo, i concorrenti si trovano davanti a una corda tesa per tutta la larghezza della linea di partenza, alla quale sono attaccate corde lunghe circa due metri che terminano con un manico, lo “spagheto”.È il poppiere, il marinaio di poppa, a tenere lo spagheto e a rilasciarlo quando viene dato il segnale di partenza. In questo modo le barche sono perfettamente allineate alla stessa altezza per la partenza.
Il palo attorno al quale i concorrenti devono bordeggiare si chiama “paleto”.
Il traguardo, infine, è simboleggiato dalla “machina”, una costruzione in legno, con pannelli incisi, ricoperta d'oro e di colori vivaci, posta su un pontone galleggiante sull'ansa del Canal Grande, proprio di fronte a Ca' Foscari.
È qui che si riuniscono i VIP, gli ospiti ufficiali della città di Venezia e altri personaggi importanti.
La Regata Storica di Venezia: Premi e onorificenze, e nel 2007… Baruffe alla Regata:
I premi e... l'onore!
E anche se i vincitori ricevono un premio in denaro (il più alto nel 2007 è stato di 6915 € spese incluse), questo premio in denaro, rispetto a quanto guadagnano gli sportivi in altre discipline, è spesso appena sufficiente a pagare le magrissime spese di costruzione e manutenzione di barche, forcole, remi, ecc....Quindi non si gareggia per i soldi, ma per l'onore. Va notato, tuttavia, che oltre a questi premi, ci sono una serie di cosiddetti premi privati offerti dagli sponsor.
Questo significa che il prezzo totale può essere poco più del doppio del prezzo ufficiale.
L'onore di vincere una Regata Storica è un onore che rimarrà in famiglia per generazioni, un onore che per alcuni veneziani è importante quanto avere un Doge nel proprio albero genealogico!
Questo spiega l'atmosfera particolarmente appassionata che ancora oggi circonda la Regata Storica.
Baruffe a la Regata:
Massimo Cacciari, attuale sindaco di Venezia, aveva chiesto ai concorrenti della regata storica del 2007 di essere saggi e di accettare i verdetti delle giurie...Nel tentativo di calmare gli animi, già prima della gara, il 23 agosto 2007, Massimo Cacciari aveva convocato tutti i partecipanti dicendo loro che se ci fosse stato il minimo incidente, le gare del 2008 sarebbero state limitate agli juniores.
Ma, come in molte regate precedenti, ciò non ha tenuto conto dell'innata passione dei veneziani per la Regata Storica.
Il che significa che quest'ultima Regata Storica si è conclusa in stile goldoniano: Baruffe a la Regata! titola Il Gazzettino”
« La Regata Storica finisce in baruffa e Cacciari s'infuria! »
Le parole qui sono spesso taglienti, ma vanno sempre ben oltre il pensiero, e un buon bicchiere di Spritz o di Ombra risolve rapidamente ogni problema.
Inoltre, i veneziani sono molto più tolleranti e comprensivi nei confronti dei concorrenti rispetto a molti spettatori di altri Paesi, e tifano tanto per l'ultimo arrivato quanto per il primo, perché conoscono lo sforzo che stanno facendo per non rimanere indietro“.
Regolamento della regata da riscrivere
L'(ex) sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, ha ricevuto le associazioni dei vogatori e gli enti organizzatori con l'obiettivo di riscrivere il regolamento della regata ed evitare questo tipo di problemi in futuro.In effetti, da alcuni anni le giurie si lamentano del fatto che i concorrenti contestano quasi sistematicamente le loro decisioni in appello, il che è anche il motivo della baruffa alla Regata di domenica, e quindi le loro decisioni non sono più realmente rispettate dai concorrenti.
Il "Bandiere": il premio per il vincitore della Regata Storica è la Bandiera Rossa.
Le “Bandiere”: i premi assegnati ai vincitori
Tornando ai premi, il primo classificato riceve, oltre al premio in denaro, una "bandiera", un gagliardetto rosso, il secondo un gagliardetto bianco (un tempo azzurro), il terzo un gagliardetto verde e il quarto un gagliardetto blu (in passato era giallo e ornato da un maiale, un animale piuttosto lento!).Nemici riconciliati
E la cosa più incredibile è che nel 2018, con Igor Vignotto che non ha più potuto partecipare alla regata per motivi di salute e Gianpaolo d'Este che si è separato dal suo "papier", l'equipaggio vincitore del 2019 era composto da... Rudy Vignotto e Gianpaolo d'Este:La Regata Storica di Venezia: Barche ed equipaggi in regata alla Regata Storica di Venezia
Le barche e gli equipaggi in gara
Alla Regata Storica si svolgono quattro gare ufficiali.
I Pupparini alla Regata Storica
La prima gara fu quella dei giovani, sul Pupparin (o puparin), un'imbarcazione della famiglia dei Sandolo, ma più corta e, soprattutto, più sottile e stretta.È considerata una delle più eleganti della famiglia, slanciata, leggera e molto veloce. La lunghezza media è di 8,5 metri e il baglio di un metro e dieci.
I "giovanissimi" sono armati su pupparini a due remi, con un vogatore a poppa e un altro a prua.
Le Mascarete alla Regata Storica
Questa è la gara femminile, sempre a due vogatori.Anche la Mascareta è un derivato del Sandolo, con una lunghezza che va dai 6 agli 8 metri, a seconda del numero di vogatori (da 1 a 4). Ha anche una linea molto sottile, con una larghezza non superiore a 1,20 metri.
Si dice che fosse la barca preferita dalle cortigiane mascherate perché era facile da manovrare e piuttosto veloce.
Ancora oggi è una barca popolare a Venezia, sia per le gare femminili che per i giovani veneziani, perché è relativamente economica da costruire e mantenere.
Le donne gareggiano con due vogatori sulla mascarete.
Le Caorline alla Regata Storica
A differenza dei Pupparini e delle Mascarete, che sono barche asimmetriche, la Caorlina è una barca cosiddetta simmetrica, che misura circa 10,1 metri e un metro e 90 di larghezza.Alla Regata Storica, è un equipaggio maschile di 6 vogatori a spingere la barca in avanti, il che è molto impressionante!
Gli incisi del XVIII secolo raffigurano già le Caorline, e le Caorline di oggi sono identiche in tutto e per tutto, a dimostrazione del grande rispetto per la tradizione nella costruzione di navi a Venezia.
Questa imbarcazione, originariamente utilizzata per la pesca o per il trasporto di frutta e verdura dalle isole a Venezia, prende il nome dalla località di Caorle.
I gondolini alla Regata Storica
È la Ferrari delle barche asimmetriche.Il Gondolino è di costruzione molto più recente, in quanto la prima gara di Gondolini risale al 1825, anno in cui fu ripristinata la Regata storica.
Il Gondolino è quindi "tagliato" appositamente per le regate, a differenza della sua madre, la famosa e magnifica gondola.
È molto più sottile e leggera della gondola: misura 10 metri e 50, mentre la sua larghezza centrale è di soli 65 centimetri!
È manovrata da due vogatori, uno davanti e uno dietro, sullo stesso modello dei pupparini o delle mascarete.
La Regata Storica di Venezia nel 1680 - La testimonianza di A. de Saint-Didier
Quando la Repubblica vuole offrire a un principe o a un grande signore straniero qualche spettacolo pubblico, è solita concedergli l'intrattenimento di una regata, cioè ordina regate di diversi tipi di imbarcazioni.
La Regata Storica era la regata più popolare di Venezia.
Queste feste sono le più popolari a Venezia, perché l'esercizio della navigazione è talmente parte del genio di questo popolo che tutti lo studiano, e anche la maggior parte dei giovani nobili vi si applica, sia per sfoggiare la propria abilità sia per poter in certe occasioni fare a meno dei gondolieri e non avere testimoni delle proprie azioni.
Quando vogliono organizzare una grande regata, ordinano gondole, barche di media grandezza, barchette e fisolères, che sono così piccole e leggere che un solo uomo può portarle sulle spalle.
E per ogni tipo di barca c'è una gondola.
E di ogni tipo di barca c'è di solito una parte con quattro remi, una parte con due e l'altra con uno solo, per garantire una maggiore diversità e un maggior numero di regate.
Coloro che partecipano alla regata in gondola scelgono le carrozzerie più leggere e meglio costruite che riescono a trovare.
Togliano tutta l'acqua dalle gondole e le mettono nelle gondole. Tolgono tutti gli accessori, fino ai ferri alle due estremità; li reingrassano da sotto, li ingrassano o li ricoprono di sapone per renderli più scivolosi.
Ma per evitare che queste barche, così alleggerite, si aprano a causa dello sforzo fatto durante la navigazione, legano una corda stretta da poppa a prua e inchiodano delle aste leggere attraverso di esse per mantenerle in buone condizioni.
Anche coloro che devono navigare su altre imbarcazioni prendono precauzioni simili, e tutti si esercitano in anticipo per mettersi in balia e per testare le proprie imbarcazioni.
Poiché queste regate si svolgono sul Canal Grande, non c'è niente di più bello che vedere le finestre e i balconi di tutti i palazzi e le case adornati con tappeti e tegole di vari colori, con un'infinità di persone sui loro tetti.
Il Ponte di Rialto e un balcone di una famiglia patrizia, la Serenissima, davanti ai patrizi Il ponte di Rialto e un numero prodigioso di gondole e barche sono coperti a destra e a manca, e non c'è quasi persona che non voglia godere di queste piacevoli vedute.
Questo è stato il caso della regata che il cardinale Delfin ha regalato poco tempo fa al cardinale Chigi, anche se era in incognito.
Diversi giovani gentiluomini, per rendere ancora più bella la festa, hanno armato dei "péotes", che sono lunghe imbarcazioni, coperte da un ponte di tavole su cui venivano stesi tappeti turchi o altre stoffe pregiate fino ai fiori dell'acqua.
Dieci gondolieri vestiti con la stessa livrea navigavano in piedi, e i due o tre nobili che ne facevano le spese erano in maschera a prua, distesi su tegole, con qualche tromba a poppa.
I gondolieri erano vestiti con la stessa livrea e navigavano in piedi.
È il gran numero e la varietà delle imbarcazioni a costituire la più grande bellezza della festa, per la quale viene scelta una bella giornata, e tutte le barche che devono navigare per i premi si recano all'estremità della città, avvicinandosi al Lido, dove quelle che sono armate per la stessa gara si allineano e parlano tutte insieme quando le trombe suonano il segnale.
Non sarebbe molto divertente vedere le barche che si contendono il premio passare da sole e a grande velocità.
Ma i peotes, che volano in aria, sono una grande fonte di divertimento. Ma i peotes, che volano, per così dire, e vanno avanti per schiacciare qualsiasi ostacolo che si può incontrare.
Il gran numero di gondole a quattro remi, le numerose barche che le seguono e le continue grida di chi incita i vogueurs a fare del loro meglio per vincere il premio, sono ciò che contribuisce maggiormente alla bellezza dello spettacolo, e tutto questo insieme è senza dubbio qualcosa di molto divertente.
Questa corsa si svolge dal punto che ho menzionato fino alla fine del canale, dove, per rendere la gara ancora più lunga, viene piantato un grande palo in mezzo all'acqua, attorno al quale i vogatori sono obbligati a girare e a tornare tutti insieme fino al palazzo, dove vengono distribuiti premi a chi salta per primo in una barca addobbata e progettata per lo scopo.
E per ogni regale ci sono tre premi: il primo e il secondo sono in argento, mentre il terzo è un maiale di due o tre mesi, da cui l'insulto che i gondolieri si fanno chiamandosi terzo di regata.
Non appena finisce la prima regata, i gondolieri si recano all'inizio della cava per iniziarne un'altra, con tutte le stesse cerimonie.
Ma di tutte queste regate di vario tipo, ce ne sono solo alcune. Ma di tutte queste regate che coinvolgono vari tipi di imbarcazioni, quelle a quattro remi che vanno più veloci non sono le più gradevoli alla vista; quelle in cui naviga un solo uomo, siano esse gondole, barche o fisolères, sono molto più insolite.
La terza regata si chiama terzo di regata.
A poppa si vede un gondoliere robusto, seminudo, con la testa fasciata; il volto pallido e attento, il corpo piegato sul remo, tutti i muscoli tesi e il petto senza fiato, che compie l'ultimo sforzo per avere la meglio, conservando la forza sufficiente per compiere l'intero viaggio, lungo circa due miglia.
Ma poiché in ogni tipo di esercizio l'abilità non è meno vantaggiosa della forza, è piacevole vedere questi uomini sfruttare tutti i loro vantaggi.
Sia evitando la corrente del fiume, sia scappando da essa. Sia evitando la corrente dell'acqua avversaria, sia seguendo il suo corso più ampio quando è seconda.
O tenendosi abilmente all'acqua. Oppure tenendo abilmente la rotta delle barche che precedono e che, spaccando l'acqua, gliela rendono più favorevole.
O ancora vedendoli ingannarsi a vicenda quando sono vicini: chi riesce ad avere la meglio di poco, infatti, dà abilmente un calcio all'imbarcazione del suo avversario, e con questo mezzo fa un passo avanti allontanando chi gli contesta il vantaggio.
Ma nulla eguaglia la singolarità delle regate femminili, che a volte si vedono in mezzo a quelle maschili, per rendere la festa più divertente.
Perché ci sono mogli di pescatori che, abituate ad andare a pesca con i loro mariti, difficilmente navigano meno bene di loro, e alcune sono state viste fare una carriera piuttosto lunga con due remi.
Ma poiché il vigore e l'audacia necessari alle donne per un'impresa di questo tipo sono più rari che negli uomini, vengono assegnati loro anche premi di maggior valore. »
Alexandre-Toussaint Limojon de Saint-Didier - La città e la Repubblica di Venezia nel Seicento (1680)
La Regata Storica di Venezia nel 1861: La testimonianza di Alfred Driou
« Venezia è in festa. La folla è in fermento, rumorosa, allegra, selvaggia, in tutte le calli, su tutti i canali, sulla Piazzetta, sul molo in particolare.
Per tutto il lungo Quai des Esclavons, la gente comune si accalcava, si appollaiava e si issava come poteva.
Da tutte le parti si levavano grida, scherni e risate sguaiate.
Alle finestre lungo la banchina, sui tetti, lungo tutto il Canal Grande, centomila volti curiosi si affacciano a ogni piano dei palazzi.
Gli striscioni sventolano ovunque, e vi prego di credere che non hanno affatto i colori dell'Austria (Nota di e-Venice.com: Venezia era occupata dall'Austria all'epoca).
Inoltre, la superficie delle lagune è ricoperta di barche, gondole, chiatte, golette, gondole a cui è stato tolto il feltro, e mille imbarcazioni leggere ricoperte di strisce verdi e rosse, bianche e blu, gialle e rosse.
Ma tra queste barche allineate in fila e la banchina e la diga foranea, c'è un ampio e bello viale lagunare che, partendo dal Giardino Pubblico sul lato orientale di Venezia, costeggia il Quai des Esclavons, supera il molo e la Piazzetta, entra nel Canal Grande e termina ai pali piantati oltre Rialto, per tornare a Palazzo Foscari, che occupa il gomito e la metà della lunghezza di questo canale.
Questo è il percorso della Regata, l'area chiusa della licea, il manto liquido riservato alle gare.
Esiste al mondo, vi chiedo, un Corso reale, un Corso imperiale, un Corso più bello, un Corso più vasto, più originale, più ricco, più infestato, di questo Canal Grande di Venezia?
Quanto alle gondole e ai gondolieri, parcheggiano tutti all'estremità del Jardin Public, vicino all'Isola San Pietro di Castello.
È lì che avviene la partenza. Ma in questa giornata le gondole si sono spogliate del velluto nero o del drappeggio, quell'indumento egualitario, e questa livrea funerea ha lasciato il posto a drappeggi di tutti i colori che ricoprono le imbarcazioni.
Anche i gondolieri sono vestiti con costumi vivaci e variegati. Sembrano dei Figaro pronti a fare fortuna.
I Chioggiotti (abitanti di Chioggia) si distinguono per le loro barche diversamente decorate, per le loro numerose bande e, soprattutto, per le loro teste energicamente abbronzate, rese ancora più belle dai loro costumi scintillanti.
I Nicolotti si riconoscono per le fasce e i berretti rossi, i Castellani per i berretti e le fasce nere.
Quattro miglia veneziane, cioè una lega, è l'estensione della giostra, dal Giardino Pubblico oltre Rialto, il ponte che attraversa il Canal Grande.
I giostratori devono girare intorno a un palo piantato in mezzo al Canal Grande, e tornare lungo lo stesso percorso fino a Palazzo Foscari, che si affaccia sull'ansa del canale, dove vengono distribuiti i premi ai vincitori secondo l'ordine di arrivo.
Da notare che le gondole che partecipano a questa festa nautica hanno un fondo sottile e leggero, tanto che la scarpa grande del rematore, o solo l'alluce, visto che spesso hanno i piedi nudi, per un migliore appoggio, può romperlo in uno sforzo. Per questo motivo viene posizionata una doppia tavola.
Due uomini, vestiti con colori brillanti, cavalcano questi fragili gommoni.
I Chioggioti, Nicolotti e Castellani, mandano naturalmente i loro barcaioli più forti e abili.
E ancora prima, contrariamente all'abitudine dei nostri fantini, che digiunano per dimagrire, questi gondolieri smettono di lavorare per recuperare tutte le forze, mangiano bene, bevono ancora meglio ed evitano qualsiasi causa debilitante.
Arriva il grande giorno.
I nostri giostratori si mettono al collo il loro veneratissimo scapolare, la medaglia più sacra, le reliquie di San Marco, se hanno la fortuna di possederne qualcuna.
Poi si inginocchiano davanti ai loro vecchi padri, gondolieri come loro; baciano le loro mogli e i loro figli, e vanno a pregare Santa Maria della Salute, o Santa Maria Formosa, o San Pietro, o chi lo sa?
Spesso portano con sé anche i remi, in modo da estendere alle loro imbarcazioni la benedizione del padre e quelle della Vergine e del Santo Patrono; e infine partono per il teatro della giostra.
Tra le imbarcazioni che costeggiano le lagune e che affollano la prima fila ci sono le ballotines: piccole barche a quattro remi.
Ci sono anche le malgherottes, imbarcazioni a sei remi.
Seguono le gloriose bissone, galee a otto vogatori, come ai tempi d'oro della Repubblica, decorate con un baldacchino di garza d'oro, d'argento o di porpora, o di velluto verde con sonagli, su cui la brezza fa ondeggiare leggeri marabutti o piume di struzzo.
Molte di queste bissonnes hanno baldacchini e tende ricoperte di tessuti a righe larghe e portano, a poppa e a prua, sirene con sorrisi aggraziati, uccelli che spiegano le ali come vele, amorini dai capelli biondi e dalle guance rosee, e trofei di armi d'oro e d'azzurro.
È anche una di quelle barche la cui lunghezza, la punta affilata della prua, ma soprattutto l'agilità, l'estrema capacità di volare sull'acqua, di scivolare velocemente attraverso gli ostacoli, le conferiscono il nome di grosso serpente.
Questi "galéasses" dovevano precedere i giostratori, e il loro compito era quello di liberare la strada davanti a loro, se il numero inimmaginabile di imbarcazioni che stazionavano su queste lagune o lungo il Canal Grande fosse uscito dalla linea. Si tratta delle guardie municipali locali.
Di solito sono giovani nobili veneziani a guidare questi serpentoni.
Inginocchiati su cuscini di velluto o di seta a prua della bissonne e armati di balestra, questi sorveglianti, o meglio patroni della giostra, scagliano frecce d'oro contro le imbarcazioni che attraversano la linea, svolgendo così il ruolo di sergente di città in modo molto simpatico.
Infine, tra queste gondole, ballottes, malgherottes e bissonnes, possiamo persino vedere con orgoglio il Bucentore, la vasta e ricca galea dei Dogi, con il suo trono d'oro, i suoi sedili d'oro per il consiglio, i senatori, i procuratori, eccetera, i suoi remi d'oro, i suoi baluardi d'oro, la sua poppa e la sua prua d'oro, i suoi tendini di velluto color del fuoco e i suoi eleganti rematori.
Ma questa Bucentaure è solo una contraffazione e un ricordo dell'antica Bucentaure del matrimonio dei Dogi con il mare Adriatico.
Su questo pseudo-Bucentauro sono raggruppati i rappresentanti dell'autorità... »
Alfred Driou - Un viaggio pittoresco a Venezia - 1861
« Ti prego di immaginare, se puoi, mio caro cugino, quanto la bellezza del cielo e del luogo, lo sfarzo lussuoso dei festeggiamenti, la presenza dei magistrati con le loro insegne, l'immensa popolazione vestita per i grandi giorni, le donne veneziane, sempre graziose, ma ancora più eleganti nei loro sfarzosi costumi.
Lo splendore delle barche che passano in tutte le direzioni, i costumi scintillanti d'oro, d'argento, di paillettes e lustrini; i tessuti riccamente colorati che adornano le barche, le finestre, i balconi, le terrazze e le banchine, la ricchezza e la brillantezza dei bissones; le fanfare della musica che risuonano da tutte le parti
La gioia rumorosa, schietta, vivace, esaltata della folla; la rivalità delle famiglie Castellani e Nicolotti, che dividono i gondolieri di Venezia in due campi; il sole che splende luminoso; la città che nuota nelle acque e che riflette questa grandiosa messa in scena.
Tutto questo si aggiunge a uno spettacolo indescrivibile, eppure che vi sto descrivendo, una bellezza, un carattere, una fisionomia originale che bisogna aver visto per concepire l'idea di una festa davvero fiabesca.
In verità, questa bella giornata ci mostra Venezia come doveva essere nel suo periodo di massimo splendore.
Sembra di essere alla Regata offerta a Enrico III, perché i costumi di oggi sono quelli di allora: le galee, le galeotte e le bissonne sono le stesse di quei giorni di splendore; e così i palazzi con i loro drappi armati, ricamati in oro e argento.
Inoltre, per noi che abbiamo studiato tutti i capolavori dell'arte, mentre gettiamo lo sguardo su questa folla ansiosa, curiosa, animata, ci sembra che tutti questi volti di donne, chioggiotte e gondoliere, che hanno posato per i quadri immortali dell'immortale Veronese, Tiziano e Tintoretto, per qualche ora, siano scesi dalle loro tele e stiano assistendo alla brillante festa delle giostre, tanto che il magnifico tipo di un tempo si ritrova in questa sana e bella popolazione di Venezia, ammirazione del mondo.
Ma il silenzio! Sono le cinque di sera: il sole si sta abbassando verso l'orizzonte.
Tutte le gondole in gara sono allineate davanti alla corda che funge da confine, vicino al Giardino Pubblico.
I gondolieri hanno tutti i remi in mano.
Un colpo di cannone! È il segnale: la corda cade.
Immediatamente ogni gondoliere si appoggia al suo remo; la gondola naviga, si impenna, vola sull'acqua.
Un solo colpo di remo la fa muovere più velocemente del gabbiano in fuga.
L'acqua sbianca, fa schiuma e bolle. Le gondole passano, si superano e si sorpassano.
Le abbiamo viste a malapena quando scompaiono.
È proprio come nelle nostre corse di cavalli: si vedono i lottatori per un attimo, un secondo, poi non li si vede più.
Si vedono di nuovo, e la visione svanisce di nuovo. Che ardore! Che fuoco!
Eravamo seduti su un bissone: se paghi, puoi andare ovunque.
Abbiamo parcheggiato davanti a Palazzo Foscari, proprio come nell'anno del Signore 1574 il nostro Enrico III era solito sedersi sul balcone per godersi una festa simile organizzata in suo onore.
Alla nostra destra e alla nostra sinistra vedevamo l'immenso e splendente Canalasso, la cui acqua scompariva sotto le barche, con la sua ricca cornice di palazzi che sembravano inclinarsi sotto il peso della folla che si accalcava intorno ad essi.
La musica ha raddoppiato la sua energia, e come deve aver animato questi coraggiosi giostratori!
Ci erano appena passati davanti, come lampi infuocati. Poi Rialto ce li ha nascosti. Ma eccoli di nuovo.
Stanno arrivando, vicini vicini.
Alcuni sono rimasti indietro.
Anche le gondole ritardatarie, ormai senza speranza, si vedono girare a destra o a sinistra: i loro vogatori stanno andando a riporre la loro amara delusione e la loro vergogna all'ombra, nei canali solitari.
Ma i vincitori si avvicinano orgogliosi, raddoppiando i loro sforzi.
Che fremito nella moltitudine ondeggiante! Che applausi calorosi!
E tutti quegli applausi di cuore, ripetuti dai curiosi che affollavano il canale!
Alla fine, il primo vincitore prese una bandiera rossa; un vessillo blu cadde al secondo, e il terzo prese un vessillo giallo; e un quarto prese un vessillo Verde.
Ogni bandiera è accompagnata da una borsa. Di certo non hanno sbagliato a scegliere il colore della bandiera e, di conseguenza, il valore del borsellino.
Poi ognuno dei gondolieri vittoriosi ha rivolto alla propria barca lo sguardo serio del trionfo.
I bissoni precedono, la musica accompagna e le gondole arrivano con le loro bandiere.
Siamo trascinati dal corteo che si forma dietro la flotta di coloro che hanno avuto la fortuna di essere stati scelti dalla bravura e dalla fortuna.
Percorriamo trionfalmente il lungo percorso della Regata, sotto una pioggia di fiori, al suono degli ottoni, alle grida della folla che batte i piedi, applaude e batte le mani.
È un'indescrivibile esplosione di gioia e felicità.
È con grande piacere che annuncio che tra i vincitori c'è anche il nostro Rinaldo, che si è aggiudicato il terzo premio.
Con tanto entusiasmo sventola la sua bandiera e suona la sua borsa! »
Alfred Driou - Un viaggio pittoresco a Venezia - 1861
La Regata Storica di Venezia vista da Henry Havard nel 1876
« Il più importante e curioso di questi spettacoli era senza dubbio la gara nautica nota come regata.
In senso stretto, era l'Olimpiade della nazione.
Ogni anno, la popolazione l'attendeva con sfrenata impazienza e vi partecipava con genuino entusiasmo ed estrema passione.
I gondolieri che dovevano partecipare alla giostra si preparavano con largo anticipo.
La famiglia, i parenti e gli amici del giostratore lo incoraggiavano a far bene e facevano celebrare messe o addobbare con fiori le immagini dei santi in credito.
Spesso una giovane ragazza, corteggiata da due o tre gondolieri, aspettava il giorno successivo alla regata per decidersi e fare la sua scelta.
Quanto al vincitore, il premio conquistato diventava per lui un glorioso trofeo.
Lo appendeva alle pareti della sua povera casa, e ne andava fiero non meno di quanto i patrizi fossero orgogliosi dei loro stemmi.
Il giorno della regata, fin dalle prime ore del mattino, il Canal Grande si riempiva di gondole, barche e pezze, tutte riccamente decorate, ricoperte di dorature, con strascichi di velluto e cariche di spettatori in abiti di gala.
Lungo tutto il canale, i palazzi di Marmo ravvivavano le loro facciate bianche con stendardi, stemmi e superbi paramenti.
Le finestre erano decorate con allegri segni del passato della città. Le banchine, le terrazze, le balaustre e persino i tetti erano invasi da folle di curiosi, e le orchestre su barche adornate di tappeti e fiori diffondevano le loro dolci e penetranti armonie sulle lagune.
Era uno spettacolo incantevole, senza paragoni al mondo.
All'improvviso apparvero i giostratori.
Li si vedeva uscire da Castello, percorrere il Quai des Esclavons ed entrare nel Canal Grande, che attraversavano fino alla chiesa del Corpus Domini.
Lì, in mezzo all'acqua, erano accompagnati da un gruppo di uomini, che facevano parte della processione. Lì, in mezzo all'acqua, si ergeva un enorme palo dai colori sgargianti e sormontato dal corno dogale.
Dovevano poi risalire il Canal Grande fino a Palazzo Foscari, dove si trovava una grande barca che trasportava un'alta macchina, un arco di trionfo, un tempio o una fortezza.
Qui il vincitore riceveva il premio, che consisteva in una somma di denaro e in un piccolo stendardo. L'ultimo premio era di soli sei ducati. A questi si aggiungeva un piccolo maialino da latte.
Da questa ingegnosa aggiunta derivò l'appellativo “ultimo premio della regata” con cui, nelle loro dispute, i gondolieri si riferivano l'un l'altro.
Non solo il vincitore vedeva i suoi amici e la sua famiglia unirsi al suo trionfo, ma anche il suo intero partito.
Che fosse Castellani o Nicolotti, era sicuro di essere scortato a casa da un brillante e rumoroso corteo. »
Henry Havard - Amsterdam e Venezia 1876
Comtesse des Ursins - La Regata dei Conti del Nord a Venezia nel 1782
I « Conti del Nord » erano il nome usato per viaggiare in incognito in Europa dello Zarevich Paul Petrovich, figlio di Caterina II la Grande, imperatrice di Russia e di sua moglie Zarevna Maria Feodorovna.Questi « conti del Nord »che parteciparono alla storica regata di Venezia del 1782 erano in realtà il futuro imperatore di Russia, Paolo I e l'imperatrice Maria Feodorovna, il cui nome da nubile era Sophie-Dorothée di Wurtemberg.
« Mai il sole aveva brillato più intensamente di quel giorno: il suo benefico calore placava il clima, tanto che la gente poteva sedersi alle finestre e sul Canal Grande senza subire il minimo disagio.
Questo canale, che colpisce sempre per la singolarità e la bellezza degli edifici che lo costeggiano, era fiancheggiato da innumerevoli spettatori su ogni tipo di barca e gondola, appostati per seguire e ammirare la gara.
Tutte le case erano adornate con ricchi tappeti appesi a ogni finestra, e queste finestre erano piene delle persone più belle.
A causa della stagione, erano state autorizzate solo due gare, invece delle solite quattro: una per le gondole a un remo e l'altra per le gondole a due remi.
Si tratta di imbarcazioni molto piccole, così chiamate perché hanno a prua il ferro tagliente e frastagliato che si usa sulle grandi gondole.
La piccolezza di queste barche è tale che ci vuole tutta l'abilità del rematore e tutta l'intelligenza dell'equilibrio per non ribaltarsi.
Di distanza in distanza, su entrambi i lati del Canale, erano stati eretti piccoli anfiteatri e terrazze di legno, con bande di strumenti il cui suono armonico a volte sovrastava il ronzio di un intero popolo.
L'intera mattinata fu riempita dal divertimento di vedere tutto ciò che andava su e giù per il Canale: la varietà delle decorazioni, l'allegria buffonesca del Carnevale veneziano, la bellezza della scena in cui si svolgeva il tutto, colpivano l'immaginazione e persino il cuore con tutte le riflessioni che un tale aspetto aveva il diritto di suscitare.
Solo verso l'una del pomeriggio apparvero le imbarcazioni a otto e sei remi chiamate Biscione e Malgherotte, appartenenti ai Signori che facevano gli onori della Città per i Principi, e agli altri Cavalieri, che volevano distinguersi per il desiderio di fare onore alla Patria e dare alla festa un'aria più trionfale e magnifica.
In effetti, nulla potrebbe essere più appropriato, o più elegante, di questa decorazione acquatica.
Oro, argento, tessuti, piume e fiori sono i materiali che qualche idea felice e appropriata modella e mette nella luce più bella.
Il proprietario di ogni imbarcazione sta con un amico su cuscini a prua, inginocchiato, come si conviene alla posizione: ogni Cavaliere è infatti armato di una prua, con la quale spara piccole palle d'oro o d'argento, per tenere lontane le altre imbarcazioni dalla via d'acqua principale durante la Regata, e proteggere così la Regata stessa.
Per LL. sono state preparate due superbe Peottes, un'altra costruzione molto comoda, dove ci si può rinchiudere e sedere, come in un gabinetto. AA. II (Conti del Nord).
In ognuna di esse otto rematori riccamente vestiti, alcuni in rosa, fiori e argento, gli altri in blu, rosa e argento, circondavano le due partizioni destinate ai Principi, chiuse solo da quattro grandi lati di cristallo, in modo che nulla potesse rubare loro la vista da nessuna parte.
Tutt'intorno, il raso rifinito con frange d'argento e zappe insultava le onde e si immergeva nella loro superficie agitata.
In mezzo al corteo di queste "Péottes", e di una ventina di altri edifici decorati, i giostratori furono condotti davanti alle finestre dei Conti del Nord, che si preparavano a contendersi gli onori della giornata, come per rendere loro omaggio per questa festa, e per tutta la cura che era stata messa per il suo successo.
Una volta reso questo omaggio, i Biscioni furono invitati a unirsi a loro. Una volta reso questo omaggio, il Biscione e la Malgherotte accompagnarono i combattenti fino al luogo in cui sarebbe iniziata la gara, preparandosi a proteggere la sicurezza di tutti e la libertà del Canale.
Quando fu dato il segnale, le LL. AA. II. dopo aver fatto l'onore ai signori Pesaro e Grimani di trattenerli a cena con loro, salirono sulle Peppe, percorsero una parte del Canale per godere della bellezza dello spettacolo allestito dagli Spettatori, e presero posto vicino alla fine della gara per giudicare di persona il merito degli eroi della Regata.
Anche quest'area è stata decorata con grande gusto: a forma di Tempio che emerge dall'acqua, ai cui piedi, tra le rocce, sgorgano un centinaio di piccoli getti d'acqua, che non solo servivano ad abbellire l'idea, ma allo stesso tempo impedivano alle barche degli spettatori di avvicinarsi troppo alla Macchina, disturbando l'effetto prospettico e rendendo difficile l'accesso ai giocatori.
Una grande e bella volta sotto il Tempio apriva la strada al Canale e presentava le quattro bandiere, pronte per essere strappate dalle mani vittoriose dei primi che avevano la fortuna di entrare: i colori ne distinguevano l'ordine e il merito.
Il Biscione e la Malgherotte, tagliando le acque con la velocità tipica della loro costruzione, portarono alla fine i combattenti, tra i quali i primi quattro si incoronarono, mostrando sulle loro canoe vittoriose il segno onorevole del loro valore, tra le acclamazioni rumorose di un Popolo sopraffatto dalla gioia ispirata da questo giorno.
LL. AA, II. si trovavano a prua della loro Peotte durante l'ultimo termine della Regata, e sono apparsi animati dall'interesse del momento, nel modo più toccante per gli spettatori patriottici.
I vincitori, mentre rendevano loro omaggio nel Padiglione della Vittoria, hanno ricevuto ricompense ed elogi dalle loro mani di agosto, cosa che ha lusingato ancora di più queste brave persone.
È stato notato che Monsieur le Comte du Nord ha mostrato la sua generosità verso uno dei giocatori, che aveva avuto la sfortuna di cadere in mare, molto vicino alla porta, che aveva mancato.
Questo tratto di sensibilità da parte del Principe è stato riportato e accolto con la più universale soddisfazione.
I Conti del Nord sono andati a osservare la seconda Regata da Casa Mocenigo, che si trova di fronte alla fine della Corsa, e hanno trovato in questo Palazzo una Compagnia selezionata.
Questa giornata ha realizzato l'idea che i Viaggiatori di agosto avevano avuto di una Regata.
Riuscì a meraviglia: non smisero mai di lodare la sua singolarità, che incantò i Veneziani, i quali videro che le loro idee erano colte nella loro vera prospettiva; cioè quella di dare agli illustri Ospiti, che li onoravano della loro presenza, tutti i segni nazionali della loro soddisfazione.
Non ci spieghiamo mai meglio che nella nostra lingua, e ogni nazione ha un tipo di celebrazione che è come la sua lingua di ospitalità solenne. »
Comtesse des Ursins - Il soggiorno dei Conti del Nord a Venezia - 1782
La Regata Storica vista da Félix de Chevrollet a Venezia nel 1847
« Tutte le gondole di Venezia sono uguali: trenta piedi di lunghezza, quattro di larghezza, affusolate, la prua armata con un ferro a denti di sega, il casin al centro dell'imbarcazione, coperto da un telo nero, così che è impossibile distinguere l'una dall'altra.
Raramente escono da questa uniforme, per le regate, alla festa del gondoliere, per esempio, come abbiamo visto l'altro giorno.
Erano tutte scoperte e sfoggiavano deliziosi bouquet di donne.
Era uno spettacolo incantevole vedere tutte queste barche addobbate di bandiere, drappeggiate di seta di ogni colore che si riflettevano nell'acqua, riparate da vele ricamate d'oro o d'argento che svolazzavano nella brezza, oppure coperte da baldacchini di velluto brillante e circondate da ghirlande di fiori.
I gondolieri indossavano tutti i costumi pittoreschi del Medioevo, i pantaloni lunghi e appiccicosi, rossi o divisi in due colori, i body stretti intorno al busto, spesso raffiguranti uomini ammirevoli, e le toque piumate.
Grandi imbarcazioni, pomposamente decorate e cariche di orchestre, andavano e venivano da questa folla brulicante di piccole imbarcazioni, portando le loro vivaci sinfonie italiane lungo il Canal Grande, le cui case avevano tutte ricchi drappeggi di ogni tipo e sfumature appese alle finestre.
E sui balconi e agli incroci, migliaia di teste barcollanti facevano ridere e balbettare tutti quei vecchi palazzi, stupiti di trovarsi così gioiosamente e galantemente addobbati.
Queste regate veneziane non sono di per sé molto curiose.
Piccole imbarcazioni piatte, navigate da due vogatori in piedi, partono insieme dallo stesso punto e si sfidano per vedere chi riesce a raggiungere per primo il traguardo.
I vincitori vengono incoronati e questo è tutto.
La vera festa è vedere tutte queste innumerevoli decorazioni colorate che svolazzano sull'acqua e sui muri, e osservare tutti questi vivaci personaggi italiani insieme, tra i quali ci sono tanti volti davvero belli e poetici.
Félix de Chevrollet Venezia nel 1847 - 1848
La Regata Storica vista da Victor Delpuech de Comeiras nel 1803
« Venezia ospita un'altra festa che, con il nome di Regata, la Repubblica talvolta regala alle teste coronate.
Immaginate un braccio di mare, un immenso canale che attraversa una grande città, e nel mezzo una flotta pomposa e teatrale composta da una moltitudine di barche pomposamente e magnificamente adornate, molte delle quali manovrate da belle donne.
Vedetele sfrecciare sull'acqua, in gara per aggiudicarsi i premi messi in palio dal governo.
Al suono della tromba, tutti partono e si fa a gara per vedere chi riesce a raggiungere per primo la macchina, un edificio di superba architettura.
Da lì, guardate le finestre e i balconi, gli anfiteatri decorati con tappeti, oltre centomila spettatori disposti a vedere o a farsi vedere, e avrete l'idea di una regata, allestita per abituare i veneziani alle battaglie navali, di cui questo tipo di gare sono l'immagine, come i tornei lo erano di quelle di guerra.
Oltre alle barche ordinate dal Senato, un certo numero di privati le faceva navigare per il proprio piacere.
I giovani nobili non disdegnavano questo esercizio e, gareggiando per i premi, cercavano l'opportunità di distinguersi.
Queste imbarcazioni sono caricate con trombe e decorazioni da caccia, e sulla banchina si tengono concerti di strumenti musicali.
Ma a dominare sono le grida degli spettatori, che incoraggiano i diversi partiti e applaudono i vincitori.
Victor Delpuech de Comeiras - Storia generale abbreviata dei viaggi in Europa - 1803
La Regata Storica vista da Jules Gourdault nel 1886
« Il percorso che i concorrenti dovranno effettuare è di circa una lega.
Le barche, allineate in fila (riga, da cui la parola regata), partono al segnale dall'estremità orientale del Canale di San Marco, cioè dal punto del Jardin Publique, lungo il Quai des Esclavons e il molo.
Poi, entrando nel Canal Grande, lo seguono fino alla confluenza del Cannaregio, per ritornare da lì, costeggiando un palo incastonato nell'acqua, a volte solo fino al Ponte di Rialto, a volte fino a Palazzo Foscari, situato all'imbocco del Canaletto, che corre verso ovest in direzione di San Pantaleone.
Tutta la città assisteva alla battaglia e tutti i proprietari di immobili sul lungomare decoravano le loro case con lusso e fantasia.
Nel 1847, si dice che un patrizio abbia speso diverse centinaia di migliaia di franchi in questo modo.
Le imbarcazioni che partecipano a questa solenne giostra sono di ogni forma e colore.
Accanto alle antiche gondole, raffigurate nelle opere dei pittori del XV secolo, c'erano i caicchi turchi con i loro rematori seminudi e le leggere e snelle ballottine a quattro o sei remi.
Poi c'erano i lunghi e alti bissoni, veri e propri serpenti galleggianti sormontati da una sorta di baldacchino fatto di garza d'oro e d'argento e presidiato da otto o dieci uomini.
Queste ultime imbarcazioni sono come l'avanguardia della flottiglia; la loro funzione è quella di precedere i giostratori e aprire loro un passaggio, respingendo lungo entrambe le sponde le innumerevoli gondole di curiosi che affollano il Canal Grande.
Jules Gourdault - Venezia e il Veneto 1886
La Regata Storica vista da Jules Lecomte nel 1844
« La gente comune conta i premi della Regata nelle proprie famiglie con lo stesso orgoglio con cui i praticanti contano i Dogi.
Anche a Venezia, in alcuni cabaret di Cannaregio, o nelle capanne di alcuni vecchi gondolieri, si possono ancora vedere i rozzi ritratti dei vincitori della Regata, con i loro stendardi bordati d'oro sulle spalle, su cui è ricamata l'immagine di un piccolo maiale, animale che da tempo immemorabile è uno dei premi delle giostre nautiche. [...]
La Regata (gli etimologi sostengono che la parola regata derivi da rigata, e rigata da riga; cioè linea, fila di barche) non è rimasta una cosa esclusivamente veneziana.
Gli inglesi in alcuni porti della Manica, e i francesi a Cherbourg in particolare, si sono impadroniti di questo nome, che avevano da tempo come nazioni marittime.
In Francia la chiamiamo regata, ma le sue origini sono indubbiamente veneziane e per molto tempo è stata il più nobile, cavalleresco e interessante dei giochi delle famiglie Nicolotti e Castellani.
Oggi è la più popolare delle regate. Oggi è l'unico ricordo superstite delle feste poetiche e popolari della Repubblica.
[La Regata è la festa del Canal Grande.
Moltitudini di barche addobbate con bandiere, decorate con tende e stendardi, circolavano in tutte le direzioni lungo l'intero tratto che i giostratori dovevano percorrere, e presso tutti i palazzi e le case che fiancheggiavano l'arena acquatica, la massa dei curiosi, appoggiati ai balconi ornati di ricchi drappi, appariva in costume festivo.
Abbiamo accennato altrove al tentativo di ripristinare la Regata, la più originale e poeticamente locale delle feste veneziane.
Da un punto di vista generale, questa festa è ancora molto simile a quella del passato.
Possiamo quindi limitarci a stimare il numero di partecipanti e il numero di spettatori. Possiamo quindi limitarci a tratteggiare ciò che abbiamo visto noi stessi in due occasioni, lasciando alle cronache il parallelo con il passato, che i festeggiamenti di oggi rendono perfettamente evidente.
Poiché la Repubblica ha sempre considerato la Regata come uno degli spettacoli più originali da offrire ai principi e alle grandi personalità straniere che giungevano a Venezia, fu anche il tipo di festa che l'attuale governo volle far rivivere quando l'imperatore d'Austria, Ferdinando I, visitò Venezia dopo la sua incoronazione a Milano nel 1838.
In effetti, questo è uno spettacolo che solo Venezia può offrire, perché nessun'altra città ha tanto da offrire in termini di allestimenti originali e pomposi.
Oltre al fatto che questa forma di spettacolo è nata a Venezia, che è figlia delle lagune e che è qui che risiede la sua vera tradizione, si può dire che lo sfarzo dei suoi palazzi e la cornice unica offerta dal teatro di questa giostra contribuiscono prepotentemente a collocarla imperiosamente in questo splendido canale, un tempo attraversato dai primi tentativi delle famiglie Nicolotti e Castellani.
È uno spettacolo davvero originale e bello! Anche se, a dire il vero, l'attrazione principale di questo spettacolo è negli spettatori.
Infatti, queste poche gondole che partono dallo stesso punto, remando faticosamente per superarsi e arrivare a destinazione prima degli avversari, passano così velocemente che se non fosse per la folla che si è radunata lì, sull'acqua, sui balconi dei palazzi, sarebbe uno scorcio molto veloce, un piacere molto fugace.
Ma, come abbiamo detto, lo spettacolo più grande di queste feste è quello degli spettatori.
Le gondole che giostrano, di costruzione speciale e ancora più leggere di quelle che trasportano la folla intorno a loro, sono guidate ciascuna da due uomini vestiti con colori vivaci e rigorosamente adornati con i berretti e le cinture rosse o nere dei Castellani o dei Nicolotti.
Ogni partito ha inviato i suoi vogatori più forti e abili.
Ma non appena li abbiamo visti arrivare, sono già passati... hanno attraversato il grande arco di Rialto, così affollato di gente che li acclama, e stanno navigando verso Cannaregio, dove c'è un palo a cui gireranno intorno, per tornare al centro del canale dove i premi attendono i vincitori.
Mentre sono via, guardiamo la folla intorno a noi, è un insieme nuovo e originale; presto i vincitori torneranno e assisteremo al loro trionfo; Nicolotti o Castellani sono uguali di fronte al maialino che li aspetta come premio!
Da questa balconata, dove l'ospitalità patrizia ci ha invitato ad appoggiarci, diamo un'occhiata al canale in lontananza, che funge da arena per questa giostra...
Innumerevoli gondole si affollano e, in più di un punto, la stretta passerella lasciata aperta al passaggio dei giostratori è diventata addirittura sovraffollata.
L'acqua è quasi ovunque così ben coperta da barche e curiosi che si potrebbe facilmente attraversare l'intera larghezza del canale, salendo di baluardo in baluardo.
La confusione è tale che i gondolieri possono agitare i remi solo raramente, e il tutto procede come se non si sapesse come, trascinati gli uni dagli altri e un po' dalla corrente che sale.
Ma come si fa a distinguere i dettagli di questo insieme multiforme e multicolore?
Le piume, i nastri, i foulard e le dame appena vestite che affollavano le gondole si confondevano con l'abbigliamento teatrale dei gondolieri, che indossavano anch'essi foulard, nastri e piume.
In mezzo a questa confusione, si possono scorgere altre imbarcazioni più grandi, addobbate come templi acquatici, giunche e yak, che, sebbene siano per la maggior parte guidate dalle autorità, hanno difficoltà a trovare il loro posto in questa confusione inestricabile.
Queste grandi imbarcazioni, che sono state adornate anche da alcune corporazioni, da alcune società particolari, tra cui quelle degli abitanti di Chioggia, attirano tutta l'attenzione, per le loro proporzioni, per la loro eleganza sontuosa o originale.
La maggior parte è stata decorata nello stile dei Bissones di un tempo.
Un motivo in più per rendere questo festival il più vicino possibile a quello che era di un tempo.
Perché i palazzi sono gli stessi, anche i drappi che li decorano sono gli stessi che si usavano in tempi più remoti; solo alcuni dettagli nell'abbigliamento degli individui differiscono.
Per quanto riguarda questi palazzi, tutte le loro finestre sono spalancate e i curiosi si sono rifugiati anche sui loro tetti.
Lì, l'ogiva gotica o il trifoglio moresco tracciato nella pietra non incorniciano più le famiglie degli avogadri e dei procuratori della Repubblica: sono ancora le donne veneziane a suonare con grazia il ventaglio, e molte sono le loro discendenti.
Inoltre, le donne, vestite alla moda oggi, sono molto meno scioccate degli uomini dal confronto con i costumi antichi.
E con le loro lunghe ghette, le spille d'oro e di gioielli che brillano nei loro abbondanti capelli, e il loro sguardo di fuoco, che è rimasto lo stesso, queste belle curiosità, in più di un modo, possono ancora essere un'illusione per chi vuole provare a vedere il passato attraverso il presente che le circonda.
Questi lunghi tappeti di damasco e lampasso con fiori d'oro e di seta, che pendono da ogni finestra e balcone, conferiscono all'insieme un aspetto medievale che è seducente e contribuisce potentemente all'illusione ricercata... se l'immaginazione non viene distratta da questi tentativi retrospettivi dal braccio bianco appoggiato sul tappeto turco che copre la scultura di pietra.
Ma vedere non è tutto, aAnche l'orecchio trova la sua parte in questo bellissimo spettacolo.
Il tifo, gli applausi della folla al passaggio delle gondole Nicolottes o Castellanes, gli accordi un po' confusi delle orchestre che passano sulle barche o parcheggiate sulle terrazze, e soprattutto quel grande rumore indefinibile che si leva da ogni folla, da ogni agglomerato di persone di buon umore, e che diventa come il basso dell'armonia generale.
Tutti questi rumori, fatti di grida, risate, richiami in tutte le lingue e vari tipi di musica che suonano brani di toni e melodie diverse troppo vicini tra loro, provocano una sensazione tanto confusa, bizzarra e sorprendente per l'orecchio quanto quella che colpisce gli occhi allo stesso tempo dall'insieme di uno spettacolo così originale.
Per quanto ci riguarda, è certo che nient'altro si avvicina a questo tipo di festa se non Venezia; e gli spettacoli pubblici che Parigi, Londra, Madrid e San Pietroburgo offrono ai loro abitanti, per quanto pomposi possano essere, non possono avvicinarsi all'originalità poetica offerta da una Regata a Venezia.
Consigliamo quindi caldamente a tutti i forestieri che possono, aspettando qualche giorno o viaggiando qualche ora, di non perdere l'occasione di imprimere nella propria memoria uno dei rari spettacoli popolari che più fortemente risvegliano il ricordo dell'abbagliante passato di una città un tempo dotata di ogni splendore, di ogni gloria, a cui è rimasta tutta la poesia, anche quella della sventura.
In passato, anche le donne dell'isola di Palestrina (a circa 6 leghe da Venezia, vicino a Chioggia) gareggiavano per il premio della Regata; ma la loro partecipazione a queste giostre non continuò nel XVIII secolo.
La lunghezza delle gare era di circa tre miglia, o una lega, con partenza dall'estremità orientale della città, vicino all'attuale giardino pubblico.
Si snodava lungo tutta la Riva, il Canal Grande, e intorno a un palo o paletto piantato nell'acqua a Cannaregio; ritornava attraverso lo stesso Canal Grande a Palazzo Foscari, dove i primi arrivati vincevano i premi in ordine di velocità.
I premi venivano consegnati dalle autorità su una piattaforma elegantemente costruita tra Palazzo Balbi e Palazzo Foscari.
I premi consistevano in borsette contenenti varie somme di denaro, appese a stendardi di seta.
Il primo premio era quello rosso, il più onorevole perché dello stesso colore del gonfalone di San Marco.
Il secondo di questi stendardi era blu, il terzo verde e l'ultimo giallo.
È con quest'ultimo premio che, invece di una borsa, veniva premiato il maialino la cui immagine era ricamata sullo stendardo.
L'annuncio di una Regata faceva sempre scalpore a Venezia.
I partiti si preparavano a questa giostra con esercizi di voga, che erano come prove per lo spettacolo promesso.
I proprietari delle case e i patrizi esentavano da ogni servizio coloro che dovevano partecipare.
Inoltre, era di buon gusto avere un premio di Regata per un gondoliere.
Alla vigilia del giorno solenne, il giostratore ricevette l'incoraggiamento di tutti i suoi amici.
Gli furono mostrati con orgoglio i ritratti e gli stendardi dei vincitori del suo partito, e la notte trascorse quasi in libagioni accompagnate da fervidi auguri per il successo dell'uomo, che fu poi lasciato solo alla sua veglia d'armi, come un tempo accadeva agli scudieri che dovevano indossare lo sperone di cavaliere.
Inoltre, l'importanza di queste giostre nella mente del popolo sarà più chiara quando sapremo che finalmente arrivò il giorno in cui si sarebbe svolta la battaglia tra i rivali d'élite dei due partiti, Castellani e Nicolotti.
Ogni candidato al premio riceveva la benedizione del padre, abbracciava solennemente la moglie e i figli, spesso piangendo per l'emozione, e un vecchio gondoliere, un tempo vincitore di questi tornei, gli porgeva il remo di buon legno selezionato, leggero e flessibile, con il quale avrebbe dovuto gareggiare in velocità con i suoi rivali, e tentare di aggiungere ai record del suo partito l'illustrazione di un nuovo premio!
Al punto di partenza, una corda sbarrava la strada a tutti gli impazienti giostratori.
Quando veniva sparato il consueto colpo di cannone, la corda cadeva e ogni gondola sfrecciava sulla laguna, come i destrieri che sono stati trattenuti troppo a lungo all'ippodromo.
Dappertutto, al loro passaggio, il popolo batteva le mani; le donne sventolavano le loro sciarpe, e le acclamazioni li salutavano come stimoli.
Con il premio finalmente conquistato, lo stendardo fu piantato sulla parte anteriore della gondola, e i vincitori sfilarono come cavalieri felici lungo il Canal Grande, tra gli applausi della gente e il suono delle bande militari che cantavano la loro vittoria...
Ma poiché ogni vittoria comporta una sconfitta, ogni vincitore presuppone un vinto...
Questi ultimi, mentre i loro felici rivali venivano acclamati, cercarono di fuggire dalla scena della loro sconfitta, intrufolandosi nei piccoli canali vicini.
Ciò non impedì che i fischi della folla li inseguissero fino alla loro scomparsa...
Quando Enrico III venne a Venezia nel 1674, gli fu offerta una splendida Regata, per la quale volle fornire i premi, cosa che fece con regale munificenza.
L'ex re di Polonia e futuro re di Francia assistette ai festeggiamenti dalle finestre dell'appartamento che occupava a Palazzo Foscari, nella posizione più bella del Canal Grande.
Jules Lecomte - Venezia 1844
La Regata Storica vista da Metz-Noblat nel 1858
« Per godersi questo spettacolo, non si potrebbe essere in una posizione migliore di Madame de Quercigny, poiché i concorrenti partono dal giardino pubblico e, costeggiando la riva degli Schiavoni, percorrono il Canal Grande fino a Cannaregio, dove viene piantato il paletto.
Poi, dopo averci girato intorno, ritornano a Palazzo Balbi, dove è fissato l'obiettivo.
Dalle finestre del suo appartamento, si potevano vedere passare due volte, per non parlare della tribuna all'ingresso del Rio Foscari, dove dovevano essere distribuiti i premi.
Andai a cercare un posto nell'appartamento del mio rispettabile parente, dove incontrai il visconte de Maupuis e diversi altri legittimisti francesi.
Il conte di Chambord, che vedevo per la prima volta, era un po' più in alto, sul balcone del Comune.
La vista dal canale era meravigliosamente pittoresca.
Da tutti i balconi e le finestre pieni di spettatori pendevano drappi di seta di tutti i colori, ma in mezzo ai quali dominavano il Rosso, l'Arancione e il Cremisi.
I toni brillanti di questi tessuti fluttuanti formavano un contrasto armonioso con le tonalità scure della pietra e del Marmo anneriti dal tempo.
Il Canalazzo era ricoperto di barche di ogni forma e dimensione. Si poteva quasi camminare da una riva all'altra.
Le gondole si fermavano solo quando si avvicinavano a qualche ricco bissone, decorato con festoni, spinto da dodici o sedici vigorosi rematori in costume festivo, che trasportavano qualche personaggio di alto rango.
Nei giorni di regata, il funzionario austriaco aveva il buon gusto di farsi da parte e lasciare gli onori della prima fila alle autorità comunali.
Il bissone del podestà (dignità che all'epoca era occupata da un Correr) è stato acclamato con applausi entusiastici da tutta la fila.
In quest'ultima, pallida vestigia del governo di Venezia da parte di uno dei suoi figli, la folla salutava l'indipendenza perduta.
Si udì il colpo di cannone che dava il segnale della partenza.
A poco a poco, un po' di ordine giunse alla confusa moltitudine di barche.
Abbiamo lasciato spazio ai vogatori che si contendevano il premio e che, tra gli applausi del pubblico, sono subito apparsi alla nostra sinistra.
Dodici gondole, molto più piccole e leggere di quelle usate di solito, erano iscritte.
Su ognuna di esse c'erano due vogatori. Erano vestiti con costumi vivaci e pratici, con cappellini e fasce con i colori della festa.
In testa c'era la gondola di Marco, seguita subito da quella di Barbarigo, che non aveva disdegnato di gareggiare con i semplici barcaroli.
Isabella fu molto sorpresa di riconoscere il giovane patrizio e di vederlo partecipare come attore a questa festa pubblica.
- In Inghilterra, i lord corrono la corsa a ostacoli", risposi.
- Beh, scommetto su di lui", disse lei, abbassando gli occhi.
- E io sul cappello rosso", disse il visconte di Maupuis. Cosa scommetti?
- Come preferisci", disse Isabelle con decisione.
- Siete molto avventata, Mademoiselle. Come potete aspettarvi che questo pagliaccio alto e con la barba bionda possa battere un tipo atletico come il gondoliere, che lo ha già battuto di oltre una lunghezza di barca?
Non so quale fata invisibile avverta gli amanti, ma dall'accento della sua voce era facile intuire che il visconte de Maupuis provava una marcata antipatia per Barbarigo, che non conosceva affatto e nel quale non aveva motivo di vedere un rivale.
- Non importa!" disse Isabelle con un sorriso malizioso, forse consapevole del suo futuro.
Ho fiducia nella buona stella del grande truffatore.
Qualcosa mi dice che deve battere il suo rivale, anche se è in vantaggio.
Guardai mia cugina. Lei distolse la testa.
Al passaggio dei gondolieri, la confusione e il rumore della folla aumentavano.
Per diversi minuti gli accordi delle orchestre, posti di distanza in distanza, ci raggiunsero solo a intervalli e in modo ovattato.
L'avvicinarsi dei bissoni, che marciavano davanti alle gondole per far loro posto, riportò l'ordine e il silenzio nell'innumerevole flotta di gondole che si accumulava su entrambi i lati del canale.
Da sotto l'arco di Rialto, riuscimmo a vedere un po' di concorrenti. Per un attimo, Marco è stato sotto i nostri occhi.
- Vedete", esclamò trionfante il signor de Maupuis, "il vostro amico biondo non è nemmeno più al secondo posto. Non riusciamo a vederlo.
- In altre parole, è così avanti che vi è stato nascosto dal grande bissone che cammina davanti", rispose Isabelle, battendo le mani.
Barbarigo era, infatti, trenta piedi più avanti di Marco e, appoggiandosi al remo, con uno sforzo lento e sostenuto dava alla sua gondolina un movimento uniforme e rapido.
Scivolava sull'acqua senza spingerla indietro, lasciando dietro di sé solo una scia quasi impercettibile.
Molto più avanti degli altri, Marco seguiva, facendo saltare la sua gondola a ogni colpo di remo, ma perdendo qualche centimetro ogni secondo.
Un applauso salutò il Giovane patrizio. Rosso al nobile Barbarigo” gridarono da tutte le parti.
I premi erano borse attaccate a bandiere di vari colori.
Il primo è il colore dello stendardo di San Marco (nota di e-Venezia: la bandiera rossa).
Seguono il blu, il verde e il giallo.
Per un'usanza di cui non si conosce l'origine, un piccolo maialino da latte è la sorte della bandiera gialla.
A due metri dall'arrivo, Barbarigo si è fermato e, lasciando la bandiera rossa a Marco, ha girato la sua gondola per incontrare i suoi avversari tra applausi scroscianti.
Mi guardai intorno per cercare Isabelle.
Era visibilmente commossa e come se fosse orgogliosa del trionfo di Barbarigo.
Il volto di M. de Maupuis, invece, esprimeva dispetto e rabbia. »
Metz-Noblat Bluettes 1858
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