Kiki Kogelnik alla Biennale d'Arte di Venezia

Le opere di Kiki Kogelnik (1935-1997 Austria) sono esposte alle Corderie dell'Arsenale di Venezia.

Le opere dell'artista austriaco, che coprono gli anni dal 1964 al 1967, dimostrano l'approccio di Kiki Kogelnik alla modernizzazione, alla destrutturazione e alla disumanizzazione del corpo umano che egli aveva previsto.

Un approccio altamente visionario al mondo di oggi, con l'arrivo dei robot nella nostra vita quotidiana.

Robot che costruiscono automobili, che ci sollevano dai compiti noiosi della nostra vita quotidiana e allo stesso tempo ci infantilizzano, inviandoci notifiche per farci sapere come procedono i compiti o quando i processi falliscono.

I nostri occhi e le nostre orecchie non sono più abituati a vedere o sentire direttamente le cose; vediamo messaggi sui vari schermi che popolano le nostre vite, messaggi accompagnati da segnali acustici e voci digitalizzate.

Siamo entrati nel mondo immaginato sessant'anni fa da questo artista visionario.

Le sue Pittura ci mostrano corpi umani robotizzati, tagliati in linee e punti, ricomposti dalla macchina, corpi che non appartengono più a se stessi, corpi che vengono ripetuti all'infinito dalla fotocopiatrice che li riproduce.

Eppure questi corpi sono presentati in modo sessuale, con seni e genitali.

Ma non c'è nulla di erotico, non c'è attrazione sessuale, non c'è amore tra l'uomo e la donna, i cui genitali sono usati e rappresentati solo in modo puramente riproduttivo.

E qui l'artista porta l'orrore robotico all'estremo, creando una riproduzione dell'uomo trasformato in robot senza feto, senza gestazione, attraverso una riproduzione puramente robotica di parti del corpo che vengono poi ricomposte.

Non abbiamo più bisogno di amarci per riprodurci, siamo diventati robot: agghiacciante e... reale !

Kiki Kogelnik, Uomo artificiale in quattro parti

Kiki Kogelnik, Cold Passage

Kiki Kogelnik, Injection Thrust

Kiki Kogelnik, Robots